La nostra Sezione raggruppa i viticoltori e le viticoltrici del Bellinzonese e della Mesolcina, due regioni in cui la coltivazione della vite è ancora praticata da numerosi appassionati, sia a livello amatoriale, sia a livello professionale.

Difendere i loro interessi, rappresentarli di fronte ad una società in profonda trasformazione, che rischia di banalizzare l’enorme lavoro che conduce alla trasformazione dell’uva in vino, accontentandosi di bere un buon bicchiere senza conoscere le problematiche con cui sono confrontati i viticoltori, è compito prioritario del nostro comitato, che agisce di concerto con gli organi dirigenti della Federviti cantonale. Nei limiti di tempo che ci sono concessi dalla nostra attività, esplicata nel dopo lavoro e a titolo di volontariato, ci impegniamo per promuovere la cultura della vite e del vino, consapevoli che il successo del nostro settore passa attraverso il costante miglioramento delle conoscenze degli attori che operano sul terreno.

Organizziamo corsi serali teorici e pratici sulla protezione fitosanitaria, la corretta gestione della vigna (potatura, trattamenti, concimazione, stima del raccolto ecc.), senza tralasciare altri aspetti come la vinificazione, le questioni fiscali e le previsioni meteo.

Inoltre, per migliorare lo scambio informale di idee e la conoscenza reciproca tra i soci, organizziamo una gita sociale annuale e numerosi simpatici rinfreschi a conclusione degli appuntamenti proposti.

Nell’ottica di migliorare costantemente le nostre proposte, siamo aperti a suggerimenti e critiche che possano contribuire ad arricchire il bagaglio del nostro sapere.

La Sezione di Bellinzona e Mesolcina è nata nel 1949, unitamente a quelle di Mendrisio, Locarno, Lugano e Biasca, e fa parte della Federazione Cantonale dei Viticoltori della Svizzera Italiana.

La nostra storia

Purtroppo non siamo ancora stati in grado di reperire una documentazione sufficiente per permetterci di ricostruire la storia della nostra Sezione, ma ciò rimane un obiettivo del comitato.
In passato, oltre al coinvolgimento degli amici mesolcinesi, si è tentato di creare anche una sezione poschiavina, composta da proprietari-commerciati con vigneti in Valtellina. Questa sezione è però stata sciolta per mancanza d’interesse da parte delle persone del posto.
La Federviti ha avuto subito una parte importante nelle trattative per la definizione dei prezzi delle uve delle vendemmie. Dagli anni Cinquanta, la Confederazione ha adottato misure per discutere su basi paritetiche i prezzi delle vendemmie, al fine di garantire al produttore, secondo la legge agricola e l’altra legislazione creata  in seguito, un reddito sufficiente.
Dapprima sono stati i membri stessi della Commissione federale degli specialisti a scendere in Ticino per le discussioni che vedevano impegnati in prima linea i dirigenti del Dipartimento dell’Agricoltura, all’epoca guidato dall’on. Guglielmo Canevascini. Col passare degli anni, la procedura si è perfezionata: il Cantone ha diramato delle disposizioni legislative che servivano da base per gli annuali incontri del Gruppo paritetico, formato dai rappresentati delle diverse attività del settore vitivinicolo.

I nostri vigneti

Dal 1990 ad oggi la superficie coltivata a Merlot nel Distretto è rimasta quasi invariata. Infatti, si contavano circa 160 ettari nel 1993, per poi passare a 172 ettari all’inizio del nuovo millennio e ora la superficie censita è di 161 ettari.
La produzione media decennale, sempre del Merlot, supera di poco i 105.000 quintali, mettendo in evidenza come nella regione la resa per unità di superficie non sia troppo elevata, a tutto vantaggio della qualità. Il grafico mostra la ripartizione in percentuale della produzione nella nostra regione rispetto al resto del Cantone. (dati vendemmia 2012).
Oltre al Merlot, la nostra regione può contare su una discreta presenza di varietà bianche e rosse. Tra le bianche, lo Chardonnay è il più diffuso, seguito dal Sauvignon bianco e dal Doral, mentre vitigni come Pinot grigio, Kerner, Chasselas o Viognier, sono meno presenti. In totale, le uve bianche occupano una superficie inferiore a 10 ettari e consentono di produrre all’incirca l’1% dell’intera produzione della regione.
Interessante è anche la presenza di altre varietà rosse, con la Bondola, vitigno storico, ancora d’attualità, seguito da ceppi nobili come il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Pinot Nero o di nuova generazione come Gamaret, Carminoir o Diolinoir, solo per citare i vitigni di prima categoria.

I suoli del Sopraceneri

Quello che si trova nel Sopraceneri è in gran parte un vigneto collinare di detriti di falda su versanti vallivi fluvio-glaciali intagliati in un enorme duomo di gneiss. Un quarto circa della superficie viticola si estende nella piana. Dei suoli molto neri in superficie, ocra a mezza profondità, generati da roccia madre mobile e sassosa beige (morena laterale o detriti di falda, o entrambi) acidi e molto denaturati, occupano una grande parte dei versanti viticoli. Nella pianura propriamente detta, si estende un vigneto più discontinuo, su suoli alluvionali grigi di cui la composizione granulometrica varia, secondo gli antichi meandri e sbocchi dei coni torrentizi, fra due poli: il primo sabbio-limoso e il secondo iper sassoso a sabbie grossolane.